Messaggio Natalizio Vescovo di Ascoli
Vi do la mia pace
Ascoli Piceno - Nel saluto che noi cristiani scambiamo per questo Natale 2001 facciamo riferimento alle parole lasciate da Ges� ai suoi discepoli la notte del gioved� santo, vigilia della sua morte.
�Vi lascio la pace, vi do la mia pace - non come la d� il mondo, io la do a voi � non sia turbato il vostro cuore e abbia timore� (Gv 14,27).
Il dono pi� grande che potrebbe darci il Signore � proprio quello della pace la quale comprende e significa serenit�, tranquillit�, rapporti buoni interpersonali, speranza. Sono tutti sentimenti che fanno riferimento all�uomo. Pertanto dobbiamo fare riferimento all�uomo e chiederci qual � il suo elemento costitutivo.
L�esperienza umana lo presenta come un ricercatore di qualcosa che sappia riempire il suo cuore e di qualcuno che sappia rispondere ai suoi quesiti esistenziali. La Parola di Dio, a sua volta, rivela che l�uomo � immagine di Dio. Per questo lo ricerca sempre, finch� il suo cuore non arrivi a riposare in lui.
La conoscenza di Dio spiega anche l�enigma dell�universo. Dio � relazione ineffabile: Padre, Figlio e Spirito Santo. Non � un essere solitario e lontano. Di conseguenza l�uomo � costituito in relazione con Dio e con gli altri uomini.
Questo rapporto con Dio e con gli uomini � positivo, quando � un rapporto d�amore. Allora l�uomo sperimenta la pace. Ges� promette proprio questa pace: la pace che � frutto della comunione e di un amore che va fino in fondo: ama gli amici e anche i nemici.
E� commovente pensare che Ges� ha pronunziato queste parole mentre si apprestava al sacrificio della croce dove avrebbe pronunziato le parole dell�amore pi� grande, il perdono.
La pace � l�espressione della libert� cristiana la quale � libert� �da� ogni egoismo, sete di potere e superbia; � libert� �per� il servizio e la solidariet�; � libert� �con� per permette di vivere in comunione con tutte le altre persone.
A Betlemme Ges� � stato accolto con l�invocazione alla pace per gli uomini che Dio ama. Sul Calvario ha donato la libert� dal peccato, radice di ogni male.
Nel testo citato Ges� avverte che d� la pace �non come la d� il mondo� cio� la mentalit� mondana. La pace del mondo � una pace falsa perch� � basata sull�individualismo e sul potere. Certamente ci pu� essere un ordine esteriore anche dove uno impone la sua egemonia ed altri devono sottostare per paura. Ma non � vera pace. Infatti non produce comunione.
La pace del Signore viene accolta da chi sa pregare e sa servire. �La pace o la violenza germoglia dal cuore dell�uomo sul quale Dio solo ha potere. Convinti di ci�, i credenti adottano da sempre contro i pi� gravi pericoli le armi del digiuno e della preghiera, accompagnandoli con opere di carit�.
Il digiuno esprime dolore per una grave sventura, ma pure la volont� di assumere in qualche modo la responsabilit�, confessando i propri peccati ed impegnandosi a convertire il cuore e le azioni ad una maggiore giustizia verso Dio e verso il prossimo. Digiunando si riconosce con fiduciosa umilt� che un autentico rinnovamento personale e sociale non pu� che venire da Dio, dal quale tutti radicalmente dipendiamo� (Giovanni Paolo II, Angelus, 9 dicembre).
Ringrazio tutti coloro che hanno aderito alla giornata del digiuno ed auspico per loro e le loro famiglie un Natale di grande serenit� e di rinnovati rapporti amicali. A tutti l�invito alla speranza perch� �Se il tuo cuore ti accusa di peccato, Dio � pi� grande del tuo cuore� (1 Gv 3,20).
Quando il Signore parlava, gli apostoli stavano per vivere una esperienza terribilmente dolorosa eppure Ges� afferma: �non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore�. La paura � l�arma del demonio, la pace � il dono del Signore.
Apriamo le nostre coscienze con sincerit� ed avremo la certezza della speranza anche nel buio delle umane capacit�.
|