mar 16/01/07

Luned́ 15 Gennaio 2007 - Intervista a Don Dino Cecconi, membro dello staff di RAIUNO per la regia della messa Domenicale

Ecco l'articolo pubblicato sul Corriere Adriatico

Sacerdote, missionario ma soprattutto reporter ed anche regista televisivo. E’ questo il curriculum di don Dino Cecconi, attualmente vice-parroco a Castelfidardo e responsabile, da un paio d’anni, della pastorale “migrantes” della Diocesi di Ancona-Osimo. 54 anni, osimano di nascita, consacrato sacerdote da Mons. Loris Capovilla a Loreto nel 1980, la sua missione si è sviluppata in maniera forse un po’ atipica ma in ogni caso nel pieno rispetto dello spirito di servizio alla Chiesa. Perché don Dino, dal 1980 ad oggi, ha avuto diverse esperienze: da quelle di missionario (in nord e sud America ed in Africa per 15 anni), a reporter ed autore di documentari nelle zone da lui frequentate per la Congregazione Scalabriniana (di cui ha fatto parte fino ad un paio d’anni fa), a regista televisivo. Fa parte dello staff, infatti, di 5 sacerdoti che curano la regia della S.Messa che va in onda la domenica mattina (10,55-11,50) su Rai Uno.

 

Un lavoro iniziato 5 anni fa, su richiesta della Cei, che lo ha visto girare l’Italia, soprattutto quella centrale e meridionale, almeno due domeniche al mese. “Lo scorso 17 Dicembre sono stato a Pesaro, mentre domenica saremo a Trivento (Cambobasso). La presenza di un regista-sacerdote è spiegata dal fatto che sia la regia, così come i testi del resto, debbono essere in mano a persone competenti. Un regista deve sempre controllare ogni cosa ma debbo dire che i tecnici Rai sono bravissimi. La Messa domenicale è una trasmissione molto seguita, sia in Italia che all’estero. E’ quella che ha l’audiance maggiore la domenica mattina e raggiunge soprattutto le persone che stanno a casa, siano essi malati e persone che non possono partecipare alla liturgia nelle loro parrocchie. Inoltre viene irradiata in diretta in Europa, Nord e Sud America, Australia e Sud Africa”.

 

- Qualche aneddoto particolare?

“Non ricordo fatti strani. Penso che, soprattutto, all’estero, questa liturgia sia un momento in incontro ed aggregazione. Ricordo che in Australia, durante la Messa trasmessa dalla Rai, molti nostri connazionali si riunivano per vedere la loro terra d’origine”.

 

- Come è possibile ospitare questa celebrazione?

“La richiesta deve partire dalle parrocchie. Si inoltra domanda all’Ufficio Centrale, vengono valutate e poi decise i vari luoghi di trasmissione. Ma la lista d’attesa è lunga e ci vogliono almeno un paio d’anni. La Messa domenicale della Rai raggiunge ogni posto: dai piccoli paesini di montagna alle grandi città. E spesso diventa un evento per tutta la comunità che ne ha fatto richiesta. Un modo trasversale in cui tutti si mobilitano e  raggiunge una valenza sociale, oltre che religiosa”. Don Dino parla 5 lingue (italiano, spagnolo, portoghese, francese ed inglese) ed ha frequentato l’Istituto Paolino delle Comunicazioni Sociali per la produzione radiofonica e televisiva. Poi il Dottorato in Teologia Spirituale dell’Angelicum di Roma. Ha prodotto una trentina di documentari all’estero (in particolare uno sui bambini narcotrafficanti in Colombia) ed in Italia. E’ stato impegnato anche per le Giornate Mondiali della Gioventù e lo rivedremo all’opera, normalmente come coordinatore dei media, anche a Loreto per la visita di Benedetto XVI di Settembre.


Roberto Senigalliesi

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