Nella penombra delle luci soffuse che invitano al raccoglimento e alla preghiera è avvenuta la celebrazione religiosa, presieduta dall’Arcivescovo Edoardo, di consacrazione del nuovo altare della chiesa della Misericordia.
Edificare, rinnovare, dedicare, i tre verbi declinati dal pastore di Ancona e Osimo, il 14 Dicembre, per il battesimo della sacra mensa, simbolo dell’area celebrativa. “L’altare è il luogo centrale della vita del credente. E’ la pietra di Betlemme, la casa di Nazareth, è come la tavola imbandita della sala superiore, il cenacolo, la pietra del sepolcro dove Cristo risorge. E sull’altare vive la fede. E’ il punto più sacro della chiesa”.
Rinnovata la chiesa della Misericordia, “non solo come edificio, ma come punto di riferimento della comunità chiamata a rigenerarsi spiritualmente”. Nel ricordare poi che la chiesa è la “casa dedicata a Dio ed ai suoi figli” il presule ha esortato i tantissimi fedeli assiepati nel tempio a “recuperare il rispetto adorativo del luogo sacro: casa di silenzio, di ascolto e di preghiera. La chiesa è il grembo santo da cui tutti siamo nati nel Battesimo”, in cui “la liturgia è il canto dello Spirito”.
L’Arcivescovo Edoardo ha quindi celebrato il battesimo dell’altare benedicendolo con l’acqua santa, aspergendolo con olio del crisma, provvedendo all’accensione del braciere d’incenso, vestendo infine la sacra mensa con la tovaglia sulla quale sono state poste le candele.
Commosso don Cesare Caimmi, storico ed amato parroco della Misericordia, che a 48 anni dall’edificazione del tempio l’ha visto progressivamente rinnovato in ogni sua parte: nel 2003 infatti sono iniziati i lavori con il rifacimento esterno e del portale, proseguiti poi nel 2005 con il restauro interno.
“Tutto realizzato con le nostre forze – ha ricordato don Cesare, conclebrante assieme a monsignor Carlo Spazzi, don Fausto Focosi ed i diaconi Rodolfo Beruschi e Michele Marchetti – sino ad arrivare ad oggi, con il completamento definitivo che ha riguardato l’altare e il nuovo organo a canne”.
Le famiglie ed i parrocchiani con le loro sottoscrizioni hanno permesso infatti il restauro della chiesa, compreso l’altare che, entrando nel dettaglio, è stato suddiviso in tre parti: quella sacramentale di forma ovale, quella sacrificale a fianco della quale si trova il pulpito, e quella contemplativa, cioè il tabernacolo vicino al quale sono state poste 12 piccole luci. Alla destra dell’altare è stata collocata la statua di san Giuseppe, mentre a sinistra quella del Sacro Cuore, dove il prossimo anno verrà realizzata l’omonima cappellina.
Valeria Rabini