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Mercoledì 7 Novembre 2007 - Evoluzione e creazione: un dibattito aperto senza fondamentalismi

Al Palazzo dei Convegni a Jesi

Evoluzionismo, o meglio, neo-darwinismo della televisione. Bonolis e altri ci riportano al padre della teoria dell’evoluzione. Una moda? Anticlericalismo? E la Genesi?E cosa dire del creazionismo? Del disegno intelligente? Oggi, molti parlano di queste cose. Spesso, senza pensarci, si fa una gran confusione. Per esempio s’identifica l’evoluzione con il neo-darwinismo. Ma davvero una sola teoria riesce a spiegare esaurientemente i complessi meccanismi evolutivi? Non è meglio ipotizzare una complementarità di teorie diverse? Occorre saggezza. E invece prevalgono due fondamentalismi che danno molta sicurezza in un modo senza certezze.
Il primo è una lettura ideologica del neo-darwinismo. Come spesso accade l’esclusiva del sapere e della verità porta ad assolutizzare una teoria scientifica estendendone la validità ben oltre i confini che le sono propri. Qui l’obiettivo è negare validità a qualsiasi argomento che possa, anche lontanamente, far riferimento a letture filosofiche-metafisiche aperte ad un finalismo trascendente. Per Jacques Monod,dobbiamo escludere dalla vita “ogni progetto di sviluppo organico, ogni legge che non sia il puro caso e la cieca necessità, ogni logica del vivente, ogni finalismo”.
La seconda deriva fondamentalista è il creazionismo. Di cosa si tratta? Qui viene assolutizzata una lettura fondante della Scrittura al punto da attribuirgli una validità esplicativa scientifica – che non possiede e non aspira a possedere. Assai diffuso negli Usa soprattutto tra le chiese e le sette fondamentaliste, è qui affermata la diretta creazione da parte di Dio delle specie viventi con le modalità e i tempi descritti nei primi due capitoli della Genesi. L’errore di fondo è lo stesso: dare risposte teologiche-religiose – che come tali non aspirano ad essere scientifiche- a domande scientifiche.
Una veste di scientificità è invece nella teoria del disegno intelligente. Si tratta della posizione di alcuni scienziati americani per i quali le mutazioni casuali e la selezione naturale non possono spiegare da sole l’evoluzione delle molteplici e complesse forme di vita. Tuttavia l’ipotesi di un agente intelligente extra-naturale, sebbene non identificato col Dio biblico, riporta ancora una volta fuori del legittimo ambito d’indagine.
Occorre evitare facili scorciatoie. Il Meic invita chi ha a cuore il rapporto distinto ma, secondo Giovanni Paolo II non necessariamente in opposizione, fra scienza e fede, il 7 novembre alle ore 17 presso il Palazzo dei Convegni di Jesi ad un pubblico dibattito. Interverranno i professori Giovanni Principato, Direttore dell’Istituto di Biologia e Genetica dell’Università Politecnica della Marche, e GianFederico Tinti, presidente dell’associazione “Teilhard de Chardin” e docente di Teologia al Seminario di Senigallia.
Se oggi riteniamo ancor valida la frase del cardinal Baronio, citata dallo stesso Galileo: “Lo Spirito
Santo intese insegnarci come si vada in cielo, non come il cielo si muova”, la sfida per credenti e laici è quella di un dialogo senza derive, né fondamentalismi.

Gabriele Bevilacqua


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